Mi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Cosa è opportuno fare?

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Stuido Legale Ahmad

Mi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Cosa è opportuno fare?

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è l’atto col quale il Pubblico Ministero (vale a dire il magistrato che le ha dirette) informa una persona (che spesso è all’oscuro dell’esistenza di indagini sul proprio conto, Clicca QUI per leggere l’articolo “È possibile essere sottoposti a indagine a propria insaputa?”) che esse sono terminate, contestualmente avvisandola del diritto di esercitare una serie di facoltà difensive entro un breve lasso temporale (chiedere di essere sottoposta ad interrogatorio o che siano effettuate ulteriori indagini, depositare memorie o documenti, etc.).

In tali casi, risulta opportuno rivolgersi celermente al proprio avvocato penalista, conferendogli ampio mandato difensivo, in modo tale che questi possa estrarre immediatamente copia del fascicolo d’indagine, per poi, nell’attuazione della migliore strategia difensiva, valutare se e quali delle ridette facoltà esercitare subito e quali, invece, rimandare ad un momento successivo, allorchè il fascicolo passerà nelle mani di un giudice diverso da quello che ha condotto le indagini, quindi, terzo ed imparziale.

L’avviso di cui si trattasi, invero, è fatto notificare all’indagato solo allorchè i risultati delle indagini abbiano fatto maturare nel Pubblico Ministero il convincimento circa la colpevolezza dell’indagato, atteso che, in caso contrario, avrebbe avanzato una richiesta di archiviazione (Clicca QUI per leggere l’articolo “Cosa sono le indagini preliminari e come si concludono?”)

La difesa, pertanto, dovrà valutare attentamente e in via prognostica se sia concretamente possibile indurre il Pubblico Ministero a “ravvedersi” circa la conclusione (colpevolezza) cui è già giunto o se, invece, sia più opportuno rinviare l’esercizio di tutte le prerogative difensive ad una fase successiva, allorchè il fascicolo passerà nelle mani di un magistrato diverso, terzo ed imparziale, che occorrerà convincere -tramite argomentazioni difensive- dell’infondatezza della tesi d’accusa.

Avvocato Fondatore

Jacopo Antonio Ahmad

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